'Le Iene' a Novi Ligure

14.02.2012 23:58

In questa sezione mi ero ripromesso di fornire notizie utili ai nostri assistiti ai fini della tutela della salute ma anche organizzative per poterli guidare all'interno dei sempre nuovi labirinti che il susseguirsi quasi giornaliero di nuove circolari, decreti o disposizioni pone rendendo molte volte difficile l'utilizzo delle nostre risorse sanitarie (purtroppo sempre più limitate).
Tuttavia il recente clamore sollevato nella nostra città a causa delle note, presunte attività illegali denunciate dalla trasmissione 'Le Iene', unito alla richiesta di delucidazione sulla vicenda da parte dei nostri assistiti, mi ha indotto ad inserire tra le 'News' di 'Medicina Insieme' anche una spiegazione di quanto accaduto.
Per comprendere appieno la vicenda occorre considerare la Farmacia come un negozio e questa è una considerazione sicuramente riduttiva in quando l'opera del Farmacista trascende la pura impresa commerciale ed è fondamentale, in sinergia con il Medico, per un corretto counseling ai pazienti; tuttavia considereremo adesso solo il primo aspetto.
Come un qualsiasi negozio, la Farmacia deve acquistare un prodotto all'ingrosso e rivenderlo al dettaglio; ovviamente, per potersi sostenere, come qualsiasi impresa che eroga un servizio, impegna un capitale che deve, nel tempo, produrre utili commisurati al lavoro dedicato.
Il Farmacista ha due modi per rivendere i prodotti acquistati, il primo direttamente al cliente che paga di tasca propria come in qualsiasi altro negozio, il secondo (che rappresenta la maggiore quota in un Sevizio Sanitario sociale come il nostro) tramite una convenzione con lo stesso SSN. Quest'ultima è proprio la fase che sembra sia stata utilizzata per l'attività illecita di cui sopra.
Ogni paziente ha diritto all'erogazione gratuita dei farmaci in 'fascia A' (i più importanti ed i più utilizzati): in pratica è come se avesse un capitale da spendere per l'acquisto di tali farmaci. La gestione di questo capitale avviene tramite la 'ricetta' che redige il proprio Medico e che rappresenta un vero e proprio assegno che il paziente consegna al Farmacista per ritirare il farmaco e che il Farmacista consegnerà all'ASL (in questo caso con funzione di banca) per farsi rimborsare. La prova  dell'avvenuta consegna (vendita) del farmaco è rappresentata da un talloncino adesivo presente in ogni confezione (la 'fustella'). Ne deriva che più fustelle il Farmacista consegna all'ASL e più viene rimborsato. Ma la fustella da sola, così come la ricetta, non ha valore intrinseco, il valore (cioè la prova che il farmaco sia stato effettivamente venduto) viene acquisito solamente dall'unione della fustella con la 'propria' ricetta.
Va da sé, quindi, che se il Farmacista (disonesto) acquista più prodotto di quello che sa di poter vendere, deve simulare vendite fittizie per ottenere più rimborsi (aumentando così il suo giro di affari), ma, a questo punto, ha bisogno anche di Medici (disonesti) che producano false ricette che, unite alle fustelle, attestino una vendita che non c'è stata.
Solo così si può ottenere un non dovuto rimborso ed a questo punto il farmaco, privato della sua fustella, si è già pagato e può essere anche 'gettato via', ma anche, se se ne presenta l'occasione, essere venduto (ormai senza fustella) al paziente che intenda, per sua necessità contingente, acquistarlo privatamente. In questo caso il farmaco si paga addirittura due volte.
Penso, con questo, di aver chiarito quella che, al momento, appare una presunta truffa a danno dello Stato e quindi di tutti noi e mi auguro che, se colpevoli ci siano, possano essere adeguatamente puniti, anche se, ma questa è una mia personale opinione, temo che, ancora una volta, l'eventuale punizione venga by-passata in qualche maniera e che, invece, si pensi di risolvere il problema complicando una volta di più il lavoro delle persone oneste, cosa, a mio parere, sin troppo frequente nel nostro Paese.

Dr. Paolo Perasso

Indietro

Cerca nel sito

© 2008 Web design by Paolo Perasso